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venerdì 2 ottobre 2020

Presentazione Micheletti Style


 

mercoledì 2 novembre 2011

Centro Studi Arti Marziali Tradizionali

 

 APPLIED ESKRIMA SAAVEDRA SYSTEM

ITALIA BRANCH



Presso A.S.D. Black and White Via della Scola, 126 - Vicenza
Ving Tsun Kuen lineaggio 
Wong Shun Leung (Nino Bernardo - Phillip Bayer)
Eskrima Balintawak Saavedra System lignaggio
Lorenzo Saavedra - Anciong Bacon - Crispulo Atillo - Virgil Orlanes Cavada

info:
Davide 3345897569

mercoledì 20 aprile 2011

Rules of Wing Chun - Insegnare è conoscere i propri limiti -

Il Wing Chun Kuen o Ving Tsun, come lo preferiva chiamare Sigung Wong Shun Leung, è una fantastica arte marziale forse la più sofisticata che sia stata concepita, ma per mantenere questa sua prerogativa, questa "scienza del combattimento", ha bisogno di un continuo confronto per svilupparsi ed evolversi.
Non ha niente di mistico, ne di sovrannaturale, è un’arte marziale, un'arte per combattere, ma è stata ideata e sviluppata da esseri umani e come tale ha i suoi pregi e i suoi difetti. Diffidate di tutti quegli insegnanti che con promesse, programmi infiniti, pacche sulle spalle ecc. ecc. ti legano a loro o alla propria scuola o al nome dello stile che praticano, come fossero i soli depositari, perchè non è vero, è una balla! La loro è semplice arroganza contornata dall'immatura volontà di limitare l’arte marziale stessa e dall'incapacità di insegnare.
E' un ciclo naturale che l'allievo superi il proprio maestro, di certo non come esperienza, ma come stamina, voglia di fare e di crescere, voglia di confrontarsi e mettersi alla prova. I veri maestri invogliano i propri allievi, li stimolano a provare nuove esperienze non gli accorciano il guinzaglio per paura che questi vadano a mangiare in un'altra ciotola. Un maestro insegna, l’allievo apprende: questa è la regola, ma se dopo 10 anni, non hai ancora capito cosa stai facendo, beh, forse ti sei legato al maestro sbagliato.
Il fine ultimo di un maestro dovrebbe essere quello di fare in modo che l’allievo diventi più bravo di lui. La stessa abilità acquisita dall’allievo da pregio e importanza sia al suo maestro, sia alla sua scuola. 
Quando invece il maestro non accetta, ne riconosce le abilità acquisite dal proprio l’allievo, lo scredita e lo deride, senza nemmeno metterlo alla prova o "assaggiarlo", e il più delle volte si comporta così, perchè ha paura di dover scendere dal proprio "sgabello", non solo porta al declino morale di tutto ciò che gli ha insegnato, ma offende anche la memoria del suo insegnante e la sua tradizione. Questa persona non si può considerare un vero maestro.
Un buon maestro dovrebbe vantarsi del proprio allievo, non preoccuparsene, perché il rispetto tra  i due è lo stesso che vi è tra padre e figlio, e questo non dovrebbe mai essere dimenticato. 
Un allievo sincero tratterà sempre il suo insegnante come fosse suo padre.
C'e' un vecchio detto cinese che dice: "Se io do una moneta a te e te dai una moneta a me, entrambi avremo una moneta, ma se io do un'idea a te e te dai un'idea a me, allora entrambi avremo due idee".
Non dimenticate ciò che fino ora avete imparato. Quando iniziate un nuovo stile, mettete da parte la vostra esperienza ed impegnatevi su quanto state facendo, con il tempo si avranno tutte le risposte.   

sabato 8 gennaio 2011

A Ip Man story



Ip Man (1893-1972) was the first martial arts to teach the Chinese martial art of Wing Chun openly. He had several students who later became martial arts teachers in their own right, including Bruce Lee.
When Ip Man was thirteen years old, he started learning Wing Chun under great master Chan Wa Shun. At age sixteen, Ip Man went to attend school at St. Stephen's College in Hong Kong, which was a secondary school for wealthy families and foreigners who lived in Hong Kong.
According to some traditions, one day, one of his classmates, challenged him to try his martial arts skill with an older man. The man beat him with a few strikes. It turned out that the old  man was his sibak Leung Bik, son of his sigung Leung Jan. After that encounter, Ip Man continued to learn from Leung Bik. At age 24, Ip Man returned to Foshan and his Wing Chun skills had improved tremendously while he had been away.
In Foshan, being a police officer, Ip Man didn't formally run a Win Chun school, but taught to several subordinates, his friends and relatives.
After the war, be returned to foshan to be a police officer again.
At the end of 1949, being an officer of the Kuomintang, he decided to escape to Hong Kong, without his family, when the comunists had come to Foshan.
In Hong Kong, he openned his first martial arts school. When he initially began the school, business was poor because his students typically stayed for only a couple of months before leaving. He moved his school to Hoi Tan Streeth in sham Shui Po and then to Lee Tat Street in Yau Ma Tei. By that time some of his students were trained to a sufficiently high enough skill level that they were able to start their own schools. Among the first were Leung Sheung, Lok Yiu, Chu Shon tin and my sigung, Wong Shun Leung.
Some Of Ip Man Students and descendents, compared their skills with other martial artist in combat. Their victories over other martial artists helped to bolster Ip Man's reputation as a teacher.
In 1967, Ip Man and some his student, established the Hong Kong Ving Tsun Athletic Association.
In 1972, Ip Man, sufferde from throat cancer and subsequently, died on deceber 2, of that year. As a fitting obituary for the man, within the three decades of is career in Hong Kon, he established a training system for Wing Chun that eventually spread acroos the world.

 

sabato 11 luglio 2009

La visione del mio Wing Chun


  Le regole del Wing Chun
Un pò di storia

Molte sono le cose che oggigiorno si leggono o si vedono sulla meravigliosa arte del Wing Chun. Grazie ad internet, possiamo accedere a un incredibile varietà di siti dedicati a quest’arte marziale, a un impressionante numero di documenti, più o meno interessanti nel loro contenuto tecnico-filosofico, e a centinaia, se non migliaia, di filmati fatti da seri professionisti e pseudo tali. Tutto questo marasma di informazioni, questa necessità di dover per forza dire la propria sul Wing Chun, non ha fatto altro che creare enorme confusione, su una delle arti marziali più belle ed efficaci al mondo.
Qualche tempo fa, un mio appassionato allievo, scarico da internet una serie di articoli, sull’arte del Wing Chun, scritti da alcuni valenti sifu di fama mondiale. In uno di questi lessi Ip Man non aveva designato un successore, perché non ne aveva trovato uno che fosse degno a succedergli. Cazzata! Scusate, soprattutto nei confronti di chi l'ha scritto, ma è una vera cazzata. Questa idea, molto affascinante, che abbiamo noi occidentali sul degno successore, è priva di fondamento, considerando il fatto che il più delle volte, crediamo, che l’allievo preferito dal maestro sia l’ultimo arrivato. In età medievale, quando un maestro non aveva eredi, e decideva di prendere con se un unico e solo allievo, a questi tramandava tutto il suo sapere. Quando invece un maestro era un professionista, se non aveva eredi maschi, lasciava la scuola all'allievo più anziano, il quale in molti casi diventava anche il genero del maestro sposando una delle figlie. Questa mentalità era diffusa in tutto il mondo antico e non solo in Cina. In Europa, ad esempio, solo il primo genito di un nobile ereditava terre e possedimenti vari, i suoi fratelli, a parte i titoli nobiliari, dovevano solo sperare nell'animo buono del fratello maggiore o farsi "preti".
Nel 1989, grazie ad un caro amico, trasferitosi ora in Thailandia, ebbi la fortuna di conoscere colui che, in seguito, sarebbe diventato il mio sifu. Nino Bernardo allievo di Wong Shun Leung. Nino, era un insegnante diverso da quelli che finora avevo visto e conosciuto. La sua scuola non usava particolari divise, magliette, cinture o gradi. Arrivavi al Basement, così com’eri vestito, ho visto più di qualcuno arrivare in giacca e cravatta, ti mettevi comodo e iniziavi la Siu Nim Tau. A volte, quando l’allievo proveniva da altre realtà, sifu metteva alla prova la tua volontà. Io feci da punch ball ai suoi allievi più anziani per circa due settimane, e se c’era chi ti faceva capire con le buone, quanto fosse lontana la mia preparazione dalla loro, c’era anche chi si divertiva ad andarci pesante. Più volte tornai a casa con un occhio pesto o con qualche livido sul corpo. Ne valse la pena! In quel breve periodo, appresi la mentalità di sifu, il suo grande spirito, il senso di lealtà, l’importanza che dava alla famiglia, valori importanti che mi spinsero, nonostante la mia giovane età, a vivere a Londra per due anni.
Ip Man, non ha scelto un successore perché ne aveva molti. Tutti i suoi allievi mantenevano alto l’onore e il prestigio del Wing Chun, perché scegliere uno solo? Sifu è una parola che tradotta significa padre-maestro. 

Fino al secolo scorso l’importanza di avere o essere allievi di un sifu era tale per i giovani cinesi, che erano più portati ad ascoltare le parole del proprio sifu che quelle del proprio padre naturale. Ip Man, aveva, per così dire, tanti figli acquisiti e ad ognuno di essi insegnò quanto lui aveva appreso dal suo venerabile maestro Chan Wah Shun e dal suo secondo allievo Ng Chung-sok. Fu quest'ultimo, infatti, a continuare Ip Man allo studio del Wing Chun, alla morte di Chan, tre anni dopo.
Altri pensano, e dicono, che il Wing Chun moderno è meno efficace di quello del passato. Effettivamente non hanno tutti i torti. Basta fare una rapida carrellata ai video registrati su you tube per rendersi conto di quanta porcheria viene insegnata e spacciata per Wing Chun. Per sigung Wong comunque non era così. Durante un suo stage a Milano nel 1991, gli venne posta proprio questa domanda, ossia se considerasse migliore il Wing Chun che aveva appreso ai tempi di Ip Man o quello che si era sviluppato con la generazione dei suoi allievi. “Senza dubbio alcuno, il Wing Chun che si pratica adesso è migliore di quello che ho imparato io”. Fu questa la sua risposta diretta. Il Wing Chun è ricerca, è confronto continuo. Oggigiorno abbiamo la possibilità di affinare la nostra arte confrontandoci con una miriade di stili e sistemi diversi, negli anni ’50 o ’60, i praticanti di Wing Chun si sfidavano con altri praticanti di kung fu. Poche erano le occasioni per confrontarsi con praticanti di altre arti marziali abitando a Hong Kong. Bruce Lee e alcuni altri furono rare eccezioni, ma fu proprio grazie a queste “rare” eccezioni, che si riuscirono a trovare punti morti anche nell’arte insegnata da Ip Man.
Il Wing Chun conosciuto, penso, dal 90% dei praticanti, è il Wing Chun di Ip Man, perché Ip Man è stato il solo a divulgarlo fuori dalla Cina. Oggigiorno fanno la comparsa altri sistemi di Wing Chun, chiamato Yong Chun, perché esportato dalla Cina Popolare, che usano più forme a mano nuda, altre armi, oltre il tradizionale bastone da sette punti e mezzo e i coltelli a farfalla, e con più di una forma all’omino di legno. Ma io sono convinto che al Wing Chun non manchino “forme perdute”, sono convinto che al Wing Chun manchi il lavoro interno.
Quando tornai da Londra e iniziai a insegnare, ebbi modo di confrontarmi con alcuni insegnanti di stili tradizionali di arti marziali, ma anche con alcuni kickboxer. Le persone che non conoscevano il Wing Chun restavano piacevolmente affascinate da un’arte in grado di controllare completamente il proprio avversario con rapidi e semplici spostamenti della linea centrale, chi, invece la conosceva, prima di iniziare il piccolo scambio di tecnica, mi chiedeva sempre di non usare i pugni a catena. Facile vincere un combattimento grazie a una granaiola di colpi, che comunque, in alcune occasioni ti espongo alla reazione istintiva dell’avversario. E’ come usare un fucile-mitragliatore. A me piace invece usare quello di precisione. E’ per questo, che la scuola di Nino Bernardo era differente da quelle che, in quegli anni si trovavano in giro. Sifu insegnava un’infinità di tecniche che si sviluppavano dall’arte stessa. I pugni a catena? Certo, ma non devono essere il cuore dell’arte.

domenica 2 novembre 2008



Davide Micheletti

L'arte del Feng Shui
La via cinese per ottenere salute, prosperità e felicità all'interno della vostra Casa e nell'ambiente di Lavoro.
Vi siete mai chiesti perchè vi sentite a vostro agio quando entrate in un luogo che non avete mai visto, una stanza in cui non avete mai messo piede prima di quel momento? L'antica arte del Feng Shui può spiegarvi il perchè.
Per secoli, il popolo cinese ha utilizzato questo sistema per creare ambienti armoniosi che donassero felicità e prosperità e, anche ai giorni nostri, quando devono costruire o arredare una nuova abitazione, prima di iniziare, qualsivoglia tipo di lavoro, si rivolgono sempre a un esperto di questa antica arte.
A Hong Kong, oltre il 90% degli edifici, sono stati realizzati utilizzando le conoscenze sul Feng Shui.

martedì 21 ottobre 2008

Primo raduno europeo scuola di Nino Bernardo


sinawali in piedi


sinawali a terra

Valdabbiadene (Tv) settembre 1993
Io e Santi, allievo spagnolo di Nino Bernardo, in dimostrazione di doppio rattan